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I PB dell'esistenza

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Messaggio Da simpep Ven 06 Mag 2016, 20:22

.
Oggi stavo riflettendo intorno al concetto di PB nella corsa.
Il semplice concetto di migliorare i Personal Best coincide con una prestazione di maggiore efficienza atletica e quindi di maggiore velocità per una determinata distanza.
E fin qui è tutto ovvio.
Tuttavia la maggiore velocità è anche indice di riduzione dei tempi di percorrenza.
Anche questo è ovvio.
Ma mi sono chiesto come stanno invece le cose sul piano della percezione del trascorrere del tempo.
Quando si migliora il PB si ha anche la sensazione di essere stati più veloci ?
Bella domanda alla quale io sono il meno adatto per rispondere.
Si può dire, senza che alcuno possa smentire  Very Happy , che i miei PB siano fermi dal giorno in cui ho iniziato a corricchiare.
Direte voi : "allora qual è il problema?"
Non è un vero problema, è solo una mia considerazione sull'idea di come trascorre il tempo man mano che si invecchia.
La mia percezione è che con l'aumentare degli anni il mio tempo stia trascorrendo sempre più in fretta.
Un anno dopo l'altro ho la sensazione che il tempo utile di un anno sia sempre meno lungo rispetto ad un "vero" anno.
Con questo presupposto dovrei come conseguenza avere anche la percezione di migliorare i miei PB.
Invece la mia realtà atletica è in controtendenza.
Gli anni passano sempre più veloci, ma le mie prestazioni podistiche sono sempre più lente.
Una bella contraddizione.
In altro modo direi una bella fregatura che è sinonimo di una realtà che posso solo constatare e accettare.
La domanda nasce spontanea : "Qualche possibilità di andare in controtendenza ?".
Io credo che una strategia per limitare questa contraddizione forse c'è.
Credo, da podista amatoriale, non sia sufficiente pensare solo al miglioramento o al mantenimento dei PB, che con gli anni inevitabilmente decrescono.
Una strategia utile penso sia quella di mantenere un atteggiamento mentale di grande curiosità per poter riempire la propria esistenza di eventi interessanti, di fatti significativi come quelli che si presentano normalmente nella giovinezza, dove qualsiasi esperienza era quasi sempre una nuova esperienza che insegna qualcosa e coinvolge emotivamente.
Forse quello che si usa dire con "sentirsi giovani" vuole dire proprio questo !
Continuare a correre, ma anche farsi coinvolgere dalla realtà.
Conclusione ?
Continuerò ad allenare il mio tono muscolare anche se i PB non migliorano,
ma in contemporanea continuerò anche ad allenare il mio atteggiamento di curiosità per accrescere la mia conoscenza.
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Messaggio Da differentgear Sab 07 Mag 2016, 12:29

Io non posso parlare di PB appunto perché non ne faccio mezzo ... ma corro e continuo a fare ciò che mi piace ...
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Messaggio Da zivago Dom 08 Mag 2016, 08:58

Ciao simpep.

È vero: secondo l'età, cambia la percezione del nostro tempo.
Hai mai osservato una clessidra? Quando ne avevo una, mi capitava di capovolgerla e fermarmi a riflettere. Pensavo a come, questo misuratore del tempo, sia una metafora del trascorre dei nostri anni.
Finché il serbatoio superiore (il nostro tempo di vita) è pieno, pare non debba mai svuotarsi, eppure il flusso dei granelli di sabbia (i nostri giorni) scorre inesorabile. Poi, quando nel vaso c'è rimasto poco, il versamento (lo scorrere del tempo) sembra accelerare. Ma non solo questo: mentre la sabbia scende si riduce anche la sezione (le opportunità concesseci dalla vita) dell'ampolla .
Se invece provavo a nascondere i due serbatoi; fissando solo la discesa della sabbia nella strozzatura della clessidra (il presente), ritrovavo l'armonia tra il tempo trascorso e quello che deve venire.
Tu dici, caro Simone, che per continuare a “sentirsi giovani”:
simpep ha scritto:Una strategia utile penso sia quella di mantenere un atteggiamento mentale di grande curiosità per poter riempire la propria esistenza di eventi interessanti, di fatti significativi.
Concordo però…
Mentre sto scrivendo sento, dal giardino qui fuori, il canto del fringuello e i fischi dei merli. Sembrano felicissimi di vivere. Essi non hanno percezione del passato e, salvo la sopravvivenza quotidiana e la riproduzione della specie, non si preoccupano del futuro. A me sembra che riescano, più di noi umani, a vivere serenamente. Certo anche per loro, come per ogni forma di vita su questa terra, c'è l'incertezza del futuro, la penuria, la sofferenza. Ma non si tormentano come noi; non hanno angosce esistenziali; non pensano alla vecchiaia; non necessitano di PB dell'esistenza ; per loro “il mio miglior risultato” (che brutto termine Personal Best) è semplicemente vivere alla giornata. Chi vive meglio: noi o loro?

In quanto alla definizione di PB .
Per me ha un senso in un contesto agonistico-professionale dove c'è in gioco la fama, la disputa, la supremazia, il denaro.
In ambito amatoriale io credo che sia piuttosto un vezzo, un modo di compiacere se stessi e rivelarsi agli altri. Che ognuno di noi registri e tenga nota dei suoi personali miglioramenti mi pare del tutto giusto; che lo si declami a titolo mi sembra (non intendo offendere nessuno) eccessivo.

Io poi, per deformazione professionale (per tanti anni ho lavorato sulle misurazioni) sono portato a valutare, meglio che i picchi, l'insieme delle rilevazioni medie.
Infatti, la qualità è determinata oltre che dalla accuratezza delle misurazioni, dalla probabilità, dalla ripetitività, dalla statistica. Allo stesso modo, chi pratica sport a livello amatoriale dovrebbe essere più attento a valutare l'insieme della sua attività sportiva: la continuità, la salubrità, le conseguenze emotive e di relazione.

Io non ho mai registrato sistematicamente e con dettaglio i tempi delle mie corse. Da quest'anno ho perfino smesso di contare i chilometri. Mi trovo bene così. Anch'io, come te, ho superato ormai i 60 e mi accorgo di peggiorare (in progressione geometrica) di anno in anno. Continuo a correre, ora più velocemente ora più lentamente, ma sempre a sensazione. Adesso esco per 2-3 ore alla settimana; l'anno scorso erano 3-4; l'anno prima anche 5. E l'anno prossimo quante saranno? Beh, speriamo di essere ancora vivi!!
Noto infatti che con l'età, più della fatica, patisco il recupero. Rispetto a quando ero più giovane mi occorrono tempi sempre più lunghi per rimettermi dagli sforzi eccessivi o anche per superare semplici malanni di stagione.

Vabbe' dai! Cerchiamo di tenerci su.
Eppoi tu, simpatico Sim, una ragione in più ora ce l'hai… il Cagliari torna in Serie A. Very Happy
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